Attenzione e ADHD

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Attenzione e ADHD

CHE COS’E’ L’ATTENZIONE❓

L’attenzione è definita in psicologia come quel processo cognitivo che consente di selezionare alcuni stimoli ambientali ignorandone altri. Gli stimoli selezionati vengono generalmente filtrati dal meccanismo attentivo sulla base della rilevanza biologica o psicologica che hanno in quel momento per l’individuo.

Normalmente un individuo è in grado di focalizzare l’attenzione sullo stimolo selezionato per un tempo discretamente lungo, a meno che non intervengano altri stimoli che abbiano un intensità sufficiente ad attivare nuovamente i processi attentivi (ad esempio forti rumori provenienti dall’esterno o udire il proprio nome).

QUANDO L’ATTENZIONE RISULTA DEFICITARIA❓

Sempre più spesso, in particolare nell’ambiente scolastico, si sente parlare, talvolta con eccessiva leggerezza, di iperattività e disturbi dell’attenzione nei bambini.

Ma cosa si intende dire, clinicamente, quando si parla di Sindrome da iperattività / deficit di attenzione (ADHD)?

Il DSM-5 (manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali) definisce l’ADHD come “una situazione o stato persistente di disattenzione e/o iperattività ed impulsività che si manifesta in maniera più frequente e grave di quanto tipicamente osservato in bambini con uno stesso livello di sviluppo”. I sintomi elencati sul manuale riguardano le aree della disattenzione, dell’iperattività e dell’impulsività.

LA DIAGNOSI DI ADHD✅

Per poter fare una diagnosi di ADHD occorre che almeno 6 dei sintomi dell’area della disattenzione e/o dell’iperattività ed impulsività si manifestino per un periodo di almeno 6 mesi e prima dei sette anni di età. Tale diagnosi può essere effettuata da uno psicologo esperto nei disturbi del comportamento infantile o da un neuropsichiatra, i quali si potranno avvalere di osservazione diretta ed indiretta (informazioni riportate da genitori ed insegnanti) sia di specifici test per la valutazione delle capacità attentive.

Attualmente, si stima che circa il 5% della popolazione mondiale abbia una diagnosi di ADHD. In Italia la prevalenza è intorno al 3.5% e coinvolge all’incirca 300.000 bambini. Questi numeri sono tuttavia destinati a cambiamenti repentini in quanto, mentre sul fronte dell’infanzia sono purtroppo molte le diagnosi azzardate, sono sempre di più gli adulti che, in seguito ad una maggiore diffusione di informazioni legate alla sindrome, si rivolgono ad uno specialista per ottenere una diagnosi probabilmente molto attesa. L’ADHD è infatti spesso associata ad altri disturbi del comportamento, i quali possono in qualche modo celarla, e a sentimenti di inadeguatezza sociale per chi ne soffre.

QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE❓

Ad oggi non esiste certezza su quali potrebbero essere le cause alla base della sindrome di ADHD. Tuttavia sono state identificate alcune componenti che probabilmente contribuiscono allo sviluppo della sindrome. Tra queste si trovano la componente genetica e familiare, l’abuso di alcool e fumo in gravidanza, fattori ambientali come l’uso eccessivo di televisione, computer e videogiochi durante l’infanzia.

IL TRATTAMENTO✅

Per trattare l’ADHD e migliorare le capacità attentive è consigliato un approccio terapeutico a sfondo psico-dinamico. Solo nei casi più gravi dovrebbe essere consigliata la via farmacologica (il farmaco più utilizzato sarebbe il metilfenidato), la quale andrebbe ugualmente associata alla terapia.

È fondamentale in questi casi la collaborazione di figure mediche e familiari per elaborare un piano terapeutico che si adatti all’individuo trovando il giusto equilibrio tra intervento comportamentale e farmacologico limitando al minimo il rischio derivato dall’assunzione prolungata di medicinali.

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