La maggior parte delle persone ritiene che le vacanze estive e le ferie siano un’occasione per rigenerarsi dopo un anno lavorativo intenso e stressante e dare la giusta ricarica anche alla propria salute mentale. In realtà, già questa associazione ha di per sé del problematico, perché la propria vita lavorativa non dovrebbe essere emotivamente pesante al punto tale da richiedere uno stacco netto almeno una volta l’anno e perché vivere le vacanze come unica occasione di svago e riposo rende il rientro dalle ferie un’esperienza dolorosa da accettare.
Inoltre, la pausa dal lavoro non è per tutti un’esperienza piacevole. Molte persone tendono ad identificarsi col proprio ruolo lavorativo e hanno difficoltà a interrompere il loro lavoro per qualche giorno, finendo per portarsi cose da fare anche in viaggio. Altre, invece, seppur non particolarmente legate alla propria attività lo sono alla loro routine, e per questa categoria di persone le vacanze possono costituire un vero e proprio trauma che può far riaffiorare prepotentemente difficoltà mentali latenti e normalmente sepolte dalla frenesia.
È esperienza comune nell’ambito psicologico riscontrare un aumento delle richieste di assistenza e presa in carico proprio in prossimità dei periodi estivi e delle vacanze di Natale. L’essere costretti a fermarsi e prendersi del tempo libero significa per alcuni ascoltarsi ed entrare in contatto con quelle parti di sé che si nascondono durante il resto dell’anno dietro a ritmi serrati e attività impegnative. Tra le situazioni che più comunemente, durante le vacanze, riattivano vissuti spiacevoli vi sono: depressione, difficoltà relazionali, crisi di coppia, difficoltà economiche o assistenza ad un familiare malato.
Durante il cambio di stagione esiste inoltre il rischio di incorrere nel Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), classificato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come Disturbo Depressivo Maggiore con ricorrenza stagionale. Si manifesta come un aumento degli episodi depressivi, sia per frequenza sia per intensità, in determinati periodi dell’anno. Più comune nella stagione invernale, ne esiste anche una forma estiva che esordisce in primavera e sfuma andando verso l’autunno. La SAD di manifesta maggiormente in giovani tra i 18 e i 30 anni e nel genere femminile.