ll gioco ed il disegno sono naturali espressioni dello stadio di sviluppo cognitivo ed affettivo dell’essere umano. Sono presenti universalmente in tutte le culture e in ambito clinico possono essere sfruttati come mezzi espressivi utili ad entrare in contatto con i pazienti più piccoli e creare con loro una relazione terapeutica funzionale.
Molto importante è sapere come utilizzare il gioco ed il disegno nelle interazioni, i bambini infatti sono naturalmente portati ad utilizzarli come mezzi di auto espressione e comunicazione, oltre che come veri e propri strumenti per comprendere ed interiorizzare il significato degli eventi. Utilizzando tali canali il bambino può esprimere i propri sentimenti e stati d’animo, raccontare le proprie difficoltà e i problemi che ha incontrato, o anche riprodurre scene di cui ha sentito parlare per capire meglio il corso delle vicende.
Fondamentale, al fine di interpretare correttamente il significato che questi mezzi espressivi possono assumere, è tenere conto delle fasi di sviluppo dei bambini. Questo può infatti dare indicazioni non solo sul messaggio che, inconsapevolmente o meno, l’infante sta trasmettendo, ma può anche sull’effettivo raggiungimento delle tappe psico-sociali previste per fascia d’età.
Dai due anni, e per tutta la durata della scuola dell’infanzia, il gioco assume una dimensione simbolica e di finzione. Gradualmente il bambino passa dal gioco di imitazione della realtà, in cui riproduce i comportamenti osservati negli adulti, ma anche in cartoni animati e altri tipi di interazione sociale. Questo gli consente di esprimere al meglio la propria fantasia, e di conseguenza anche i propri stati d’animo che la influenzano. Verso i sette anni, in corrispondenza con l’inizio della scolarizzazione vera e propria, vengono introdotti i giochi di regole, particolarmente importanti per la loro componente sociale e relazionale
Anche il disegno si evolve in modo simile nel corso dello sviluppo. Da uno a due anni esso assume per lo più la forma di scarabocchio, prima disordinato e poi ordinato, nel quale si possono mano a mano iniziare a distinguere le prime forme e i primi tentativi di riprodurre una figura. Intorno ai due/tre anni il bambino utilizza il disegno con funzione riproduttiva, cerca cioè, secondo le proprie capacità, di disegnare situazioni e oggetti che ha osservato nella realtà. Gradualmente, da mera riproduzione il disegno infantile diviene narrazione, ed il bambino esprime tanto la realtà esterna quanto il suo mondo interno.