20 Novembre – Giornata per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Il 20 novembre 1989 veniva approvata a New York, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
La convenzione, ancora oggi valida in tutti paesi aderenti, è divisa in tre parti e contiene in totale 54 articoli, la maggior parte dei quali sono dedicati all’elenco dei diritti che vengono riconosciuti, senza alcuna distinzione, a tutti i bambini.
I principi fondamentali identificabili sono:
• il diritto alla non discriminazione;
• il rispetto del superiore interesse del bambino;
• il diritto alla vita, alla sopravvivenza e a un corretto sviluppo;
• ed il diritto all’ascolto.
Si potrebbe pensare che oggi, almeno nei Paesi più ricchi, tutti questi diritti siano quasi da dare per scontati. Eppure si ritiene che sia importante ribadire che non dovrebbero esistere differenze di alcun tipo nelle cure a cui i bambini ed i ragazzi possono accedere. Secondo la convenzione, infatti, ognuno di loro, indipendentemente dall’etnia o dalla classe sociale, dovrebbe poter coltivare la propria persona e crescere in maniera sana, avendo a disposizione una corretta alimentazione, servizi scolastici adeguati ed accessibili a tutti, cure mediche, attività sportive ed anche, non meno importante, un servizio di trattamento psicologico. Se tutti i bambini hanno infatti diritto alla salute fisica, è corretto che ce l’abbiano anche alla salute mentale e che possano accedere a servizi e terapie adeguate in caso di necessità comportamentali, cognitive, legate all’apprendimento o al malessere psichico.
Un disagio legato alla sfera mentale che non viene trattato può scatenare una situazione di profonda sofferenza per il bambino / ragazzo ed aumentare le sue difficoltà sociali con i coetanei. È dunque fondamentale la prevenzione all’interno degli ambienti più frequentati da quelle fasce d’età, che le famiglie siano informate su quali siano le diverse opzioni di diagnosi e trattamento disponibili sul territorio, e che i ragazzi abbiano la possibilità di scegliere, anche in autonomia quando abbastanza grandi, di rivolgersi ad un professionista.